
TIRANA (ALBANIA) (ITALPRESS) – Sono 3,7 milioni i cittadini albanesi chiamati domenica 11 maggio ad eleggere i 140 membri del Parlamento monocamerale. Il voto di quest’anno contiene un’importante novità, perché per la prima volta potranno esprimersi anche gli albanesi residenti all’estero. La riforma è stata introdotta dopo una sentenza in merito della Corte costituzionale e la conseguente riforma normativa approvata dal Parlamento. E proprio i numerosi voti della diaspora potrebbero far pendere la bilancia delle preferenze per una competizione ancora dominata da due “volti noti” della politica albanese, il leader socialista e attuale premier in carica Edi Rama e il leader del Partito democratico d’Albania (PD), l’ex premier ed ex presidente Sali Berisha.
Secondo gli ultimi sondaggi, il Partito socialista (PS) è in testa alle preferenze dell’elettorato e dunque il suo leader potrebbe essere confermato per la quarta volta consecutiva, a partire dal 2013, alla guida della maggioranza di governo. A sfidarlo c’è l’ex primo ministro e presidente della Repubblica Sali Berisha, tornato al comando del Partito Democratico (PD) ma finito sotto i riflettori per le accuse di corruzione che gli sono costate anche un anno di arresti domiciliari. Berisha si è alleato con Ilir Meta, presidente della Repubblica dal 2017 al 2022, che corre alle elezioni con il suo Partito della Libertà (PL) nonostante sia ancora in arresto.
Il coinvolgimento dei due leader in casi giudiziari ha portato, come reazione, a delle proteste di piazza negli scorsi mesi, con i sostenitori dell’opposizione che accusavano Rama di fare un uso “politico” della magistratura. Ma anche il governo Rama, in questi 12 anni, è stato lambito da alcune inchieste, come quella sulla costruzione di alcuni inceneritori, che ha portato alla condanna dell’ex ministro dell’Ambiente Lefter Koka e dell’ex braccio destro del premier, Arben Ahmetaj.
Tra gli altri partiti in gara ci sono delle nuove forze politiche nate attorno ad organizzazioni della società civile (L’Albania si può costruire, L’Iniziativa Hashtag, Il Movimento Insieme), segnale anche questo dell’atmosfera di “rinnovamento” civile portata dalle inchieste giudiziarie condotte dalla Procura speciale anticorruzione (Spak).
Il presidente Bajram Begaj, prima dell’inizio del silenzio elettorale, ha inviato un messaggio alla popolazione albanese, in cui ha sottolineato che con queste elezioni “i cittadini hanno l’opportunità e il diritto di decidere del proprio futuro, di quello delle loro famiglie e della nostra Albania“. Il messaggio è stato pronunciato dopo un incontro con la delegazione del Parlamento europeo guidata da Michael Gahler, giunta per monitorare il processo elettorale. Con questo incontro si è conclusa la serie di incontri del presidente della Repubblica con gli osservatori internazionali, che hanno mostrato particolare interesse per le novità introdotte con il voto dei cittadini all’estero.
Un’attenzione condivisa sia con il premier Rama che con il leader del PD Berisha, ben consapevoli che l’ago della bilancia potrebbe essere proprio nelle mani di questi cittadini non residenti. Il primo ministro ha invitato, attraverso un messaggio su Facebook, i cittadini all’estero che ancora non si sono registrati a farlo, per non perdere “lo storico appuntamento dell’11 maggio”. Rama punta sul cammino verso l’adesione europea, faticosamente percorso in questi anni ma che ha portato, pur lentamente, alla recente apertura dei capitoli negoziali. L’Albania vede peraltro la percentuale maggiore, in tutti i Balcani occidentali, di persone a favore dell’ingresso in Ue, oltre l’80 per cento della popolazione.
In una conferenza stampa riportata dall’agenzia di stampa Ata, anche il leader del PD Berisha ha affermato che “la diaspora albanese è l’anima” di questa campagna elettorale. “Il mio messaggio è che chiunque potrà venire a votare l’11 maggio renderà un servizio storico al proprio Paese. L’11 maggio è il giorno decisivo per il futuro della nazione”, ha sottolineato Berisha, che negli anni ha fatto della lotta alla povertà e alle diseguaglianze sociali il centro della sua politica.
Sono 250 mila le registrazioni elettroniche pervenute alla Commissione elettorale centrale, ma il numero di persone che compone la diaspora è sicuramente più alto. Secondo i dati dell’ultimo censimento, tra il 2011 e il 2023 se ne sono andati 420 mila cittadini e la causa risiederebbe nelle difficoltà economiche riscontrate in patria. Una tendenza che potrebbe arrestarsi, stando ai dati economici che contraddistinguono il Paese negli ultimi anni.
Il Pil nazionale per il 2024 è stato calcolato in crescita del 3,9 per cento, mentre per il 2025 si prevede un lieve rallentamento, ovvero più 3,7 per cento. L’Albania ha inoltre in cantiere nuovi grandi investimenti come l’aeroporto internazionale di Valona e il porto commerciale di Durazzo. Di contro, però, restano delle carenze strutturali come la differenza tra città e campagne, che ha portato peraltro ad un vero e proprio boom edilizio nei grandi agglomerati urbani, in particolare Tirana. Resta anche da formare la forza lavoro, contrassegnata da bassa produttività, e l’estensione dell’economia informale, che assorbirebbe secondo alcune stime il 29 per cento degli occupati.
– foto IPA Agency –
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